giovedì 28 gennaio 2010

Esiste???


Lei non lo sapeva ma aspettava un Uomo
Che la scuotesse proprio come un tuono
Che la calmasse come un perdono
Che la possedesse e fosse anche un dono

Era tanto tempo che aspettava l'Uomo
Che la ipnotizzasse solo con il suono
Di quella sua voce dolce e impertinente
Che proprio non ci poteva fare niente

Che la fa sentire intelligente
Bella, porca ed elegante
Come se fosse nuda tra la gente
Ma pura e santa come un diamante

Un Uomo dolce e duro nell'Amore
Che sa come prendere e poi dare
Con cui scopare, parlare e mangiare
E poi di nuovo farsi far l'Amore

Per seppellirsi tutta nell'odore
Che le rimane addosso delle ore
Che non si vuole mai più lavare
Per non rischiare di dimenticare

Che le ricordi che sa amare
Un Uomo che sappia rassicurare
Che la faccia osare di sognarsi
Come non é mai riuscita ad immaginarsi

Un Uomo pieno di tramonti
D'istanti, di racconti e d'orizzonti
Che ti guarda e dice: "Cosa senti?"
Come se leggesse nei tuoi sentimenti

Un Uomo senza senso
Anche un po' fragile ma così intenso
Con quel suo odore di fumo denso
Di tabacco e vino e anche d'incenso

Impresentabile ai tuoi genitori
Così coerente anche negli errori
Proprio a te che fino all'altroieri
Ti controllavi anche nei desideri

Tu che vivevi nell'illusione
Di dominare ogni tua passione
Tu che disprezzavi la troppa emozione
Come nemica della Ragione

Non sei mai stata così rilassata
Così serena ed abbandonata
Così viva e così perduta
Come se ti fossi appena ritrovata

Un Uomo dolce e duro nell'Amore
Che sa come prendere e poi dare
Con cui scopare, parlare e mangiare
E poi di nuovo farsi far l'Amore

(Finardi)

Se ne trovo uno così , giuro che lo clono e lo passo a tutte le amiche!

martedì 26 gennaio 2010

Perchè l'amore è pur sempre amore


Certe persone si meritano un post tutto loro.
Spesso capita ad un mio caro amico.
Altre volte capita ad un altra persona che proprio amico non è.
O meglio...ora lo è, e dei migliori. Ma prima, solo amico non era. Prima era qualcosa di più, decisamente tanto di più.
Ora occupa un altro posto nel mio cuore, diverso, ma altrettanto importante. Ora ha dismesso certi abiti, per indossarne inaspettatamente altri.
E questi gli calzano proprio a pennello. Ora è perfetto!

E' strano come certi sentimenti si trasformino radicalmente, pur restando profondamente uguali a se stessi.
In fondo l'amore non è sempre e comunque amore?
Se ami incondizionatamente una persona, non la ami comunque, anche se non percorrete più la medesima strada, anche se le vostre direzioni sono opposte?
Se cerchi il suo bene, la sua felicità non la cerchi sempre e comunque?
Perchè l'amore è amore.
E' amore portato da altre due belle mani, ma è pur sempre amore.

Foto: cielo dopo una temporale.

lunedì 25 gennaio 2010

nonna o veggente?



Ancora non riesco a capire come faccia.
Sarà la vecchiaia? Sarà che dalla sua età, ne ha viste talmente tante, che ha sviluppato un senso in più?
O forse, sarà perché mi conosce molto di più di quel che credo e mi sa leggere dentro, contro ogni aspettativa.
La nonna ha davvero un qualcosa in più.

"Nonna , come va nella nuova casa? Tutto bene?"
"Ah Nina, sei ti tu? io sto bene,mi sono sistemata bene e mi piace sai?!
Ma dimmi di te..."
"Bah io sempre uguale"
"Nina, Nina mia...ce ne vuole di pazienza vero?"

Minchia! come fa, mi legge nel pensiero? ha una telecamere spia in casa mia?? mi fa pedinare da un investigatore privato???

"Eh si nonna, tanta. Sai, certe volte ti invidio...tu ne hai avuta. Io non riesco a fare come te; la mia dopo un po' si esaurisce"
"Nina erano altri tempi. Perché fare una vita grama?
Se non capisce...non puoi portare pazienza a vita. E poi...siete in due, mica la puoi portare sempre e solo tu. Nina, pensaci. I giovani d'oggi hanno la fortuna che posso ancora scegliere..."

Madò, ogni tanto la vecchia mi lascia senza parole.
Devo ripetermelo più spesso..forza Nina, pensaci e muoviti a capire che cazzo vuoi fare del tuo tempo, della tua vita e del tuo cuore.
Me lo dice anche la nonna!

martedì 19 gennaio 2010

Meglio del viagra


Lunedì palestra.
Corso di tonificazione. Quel classico corso palloso che, grazie a tremila addominali e pesi di ogni genere, ti garantisce un culo e degli addominali in stile statua greca.
Fantastico.
La mia insegnate è una originale. Mica vogliamo fare tutte le volte le stesse cose....nooo non si mai. Variamo, altrimenti ci si annoia.
Giustissimo.
Quindi perché invece del solito riscaldamento non ci piazziamo una bella lezioncina di salsa???
Ecco sì, perfetto per una come me, che sa a malapena mettere un piede davanti all'altro.
Pensare addirittura di ballare è praticamente fantasia pura, ma d'altronde mica vogliamo annoiarci.
Mi si materializza di fronte l'immagine di me con un cesto di frutta in testa e piume ovunque che sculetto a destra e manca.
Ah no quello è in Brasile...qui siamo in america latina!
Cominciamo bene...
Mi piazza davanti allo specchio e mi mostra i passi base...fin qui ce la posso fare, dopo tutto "Dirty Dancing" insegna.
Busto eretto, petto in fuori..più in fuori!!
Weh ciccia, se lo metto ancora più in fuori di così, mi chiedono per quale caseificio produco il latte.
"tesoro, devono arrivare prima le tue tette"
Hai dei dubbi al riguardo???
"e poi..scuotile, agitale!!
Anche il burro.. ora posso produrre,anche il burro.
Ci metto 40 minuti a fare il passo senza più intrupparmi...quasi, quasi comincio a compiacermi di me stessa...
Ma, giusto per farmi tornare sul pianeta terra e per ricordarmi la mia incapacità motoria, lei mi ci aggiunge il carico da 90.
Tocca fare la mossa.
Ohmiodio, pure la mossa ci dobbiamo mettere????
Ma lo sa questa che rischio, come minimo, una lussazione scomposta del bacino???
"forza su sciogli quel bacino..ancheggia di più"
Senti bella, ma ti rendi conto che stai parlando con un manico di scopa o credi ancora nei miracoli?
Va beh, proviamo 'sta mossa.
Piazziamo il culone prima a destra e poi a sinistra, e poi facciamo anche un movimento sussultorio di anca..però...ho anche l'anca che è in grado di muoversi..e chi se l'immaginava!
" forza, che se sciogli un po' ste anche, vedi come ti muovi bene quando metti i tacchi e poi te venie su un culo de marmo!"
"Ah bella, muovilo sto culo, che se je fai così all'omo tuo, vedi te che quello non ce capisce più un tubo...mejio del Viagra!!"
Mmmh interessante... tocca rivalutarlo 'sto latino americano, fosse mai che ha ragione lei...

mercoledì 13 gennaio 2010

La malinconia


Molti si domandano come faccia trovare bello questo stato d'animo.
Io non me lo domando. Io lo amo e basta.
Qualcuno dice che è la natura del lunatico cancro. Qualcun'altro dice semplicemente, che sono io ad essere strana.
Può essere.
Io amo la malinconia, è struggente e mi appartiene fino alle ossa.
E' un dolce oblio. Un sapore velato di leggera tristezza ma, al contempo, zuccherato.
Il profumo di qualcosa che si ama ma, che non si possiede.
E' un ricordo, un soffermarsi su un passato fin troppo lontano e bello.
E' un desiderio, in fondo all'animo, di un orizzonte.
E' una carezza dolce, lenta, che è già lontana nel momento stesso in cui è data.
E' un riso amaro, dietro il quale si intravede un anima dannata.
E' una lacrima che fatica a scendere mentre accompagna un saluto allegro e spensierato.
E' un odore, un sapore che perdura addosso, tra le mani , tra i sensi ancora appannati.

Perdersi


Ho bisogno di perdermi.
Ho bisogno di stancarmi e di camminare.
Ho bisogno di percorrere strade che non conosco e di finire chissà dove.
Ho bisogno di salire gradini sconosciuti e di vedere la città da un altra prospettiva, da un altra angolazione.
Ho bisogno di scoprire nuovi giardini, nuovi angoli.
A casa ho qualcuno che mi aspetta.
A Torino ho qualcuno che mi accoglierebbe con amore.
Da un altra parte del mondo, forse, ho qualcuno che mi cerca.
Ho tutto questo e l'unica cosa che vorrei fare in questo momento è perdermi.
Ho bisogno di vagare senza meta, perchè mi fa sentire libera e mi fa respirare.
Ho bisogno di aria.
Vorrei girare un angolo e rendermi conto che non so dove mi trovo. Accorgermi che i miei pensieri sono altrove e che la mia testa è su un altra strada ancora.
Ma questo, a dire il vero, già lo so.
Perché l'essenziale è invisibile agli occhi. Perché io noto solo i particolari, tralasciando tutto l'evidente.
Perché colgo un improbabile abbraccio, dato in un posto ed in una situazione altrettanto improbabili.

Foto: Mare di Anzio dopo un temporale

lunedì 11 gennaio 2010

Un amico per un tè


Può capitare un giorno che Lui sia in giro per lavoro. Casualmente, può capitare che passi davanti ad un negozio che vende tè. Non un tè qualunque, no..è QUEL tè.
E sicuramente, capita che si ricordi che io l'adoro...
Ed ecco così che ieri sera, mentre eravamo tutti insieme a mangiare una pizza, Lui tira fuori dallo zaino un pacchettino accuratamente incartato che profuma di Bourbon.
La prima volta che l'assaggiai ero sempre in sua compagnia. Stesse persone altra città.
Parigi.
Un tè profumato ed aromatico. Perfetto per me, che amo respirare i momenti e le vita . La mia e quella degli altri.
Profumo di inebrianti sensazioni. Profumo dolce che percorre tutti i sensi.
Aromatiche evasioni, in un pomeriggio piovoso ed ozioso come la mia mente. Fumosi pensieri che mi portano a domandarmi come mai, sono sempre e solo gli amici ad avere certe attenzioni e non le persone con cui hai pensato che potresti anche dividere la tua vita...

domenica 10 gennaio 2010

Di mattine sognanti e di sogni mattinieri

E' domenica.
L'ennesima domenica di queste vacanze, fortunatamente concluse. In questo periodo dell'anno è troppo spesso domenica, ed io non ne posso più.
Come si abbassano le pretese in certi momenti della vita.
Fino a poco tempo fa, avrei dato oro per tutto questo tempo libero, ora non vedo l'ora di tornare in ufficio.

Questa domenica però è diversa dalle altre. E' quasi assurdamente piacevole.
La mattina per lo meno lo è stata.
Un mattina di sogni.
Sogni ad occhi aperti, ad occhi chiusi. Sogni da sveglia, da addormentata. Sogni onirici, reali, tangibili, impossibili.
Ho sognato perfino con la voce, che era diversa... quasi dolce.
Ho sognato di passeggiate per vie sconosciute, aggrappata ad un braccio, nel freddo inverno del nord.
Ho sognato di mani, di abbracci, di occhi.
Ho sognato di giochi e di cene. Ho sognato di case, di cose.

Non ricordavo nemmeno più che effetto facesse.
E' disarmante rendersi conto di cominciare a fare certe cose. E' disarmante perché tutto ad un tratto, ti rendi conto di non avere più alcuna barriera. I tuoi muri sono stati abbattuti e ti ritrovi disarmata.

E' poi così tanto spaventoso? E' così tremendo, per una volta, essere completamente libera? Prendersi il lusso di essere veramente se stessi? E' così brutto mettere il proprio cuore in mano a qualcuno? Forse no...

Foto:Lungolago di Anguillara

venerdì 8 gennaio 2010

Una torta di mele per sentirsi a casa...


Ancora quel profumo che sembra abbracciarmi per farmi sentire a casa.
Quel profumo che sa della mia mamma e nella mia nonna.
Quel profumo che, se solo chiudo gli occhi e non vedo quello che ho intorno, mi illude di essere con loro.
Mi sembra di sentire la risata stanca e cristallina della nonna, il calore delle braccia di mamma che mi stringono e mi accarezzano i capelli come se fossi ancora piccolina.
Mi sembra di sentirle parlare e ridere con me.
Tre occhi azzurri di tre toni differenti. Tre teste bionde di varie sfumature.
Ancora il profumo di una torta di mele.

Questa ricetta l'ho trovata sul blog di Sweetcook.
Il suo Deliziando è sempre fonte di ispirazione e devo dire che è decisamente uno dei miei preferiti.

Sono rimasta colpita dall'idea di questa torta "tutta mele", da quella sua aria morbidosa che la rendeva molto più simile ad un budino, che ad una classica torta...non ho resistito, ho dovuto provarla!

Torta di mele fondente

-5 mele grandi (o 6 piccoline)
-70 g. di farina
-50 g. di zucchero
-2 uova
-100 ml di latte
-20 g. di burro fuso
-una bustina di lievito
-una bustina di vanillina
-un pizzico sale

Ho preparato l'impasto (che risulta essere una specie di pastella piuttosto liquida) amalgamando tutti gli ingredienti.
Ho sbucciato poi le mele, le ho affettate sottilissime con l'aiuto del minipimer e le ho unite subito all'impasto in modo da evitare che anneriscano.
Ho imburrato uno stampo antiaderente (io ho usato quello tondo a cerniera, ma anche rettangolare va benissimo, purché non sia troppo grande) e ho versato il composto livellando bene tutta la superficie.
In forno per 30 minuti a 200°

martedì 5 gennaio 2010

La stazione


La prima volta che entrò in quella stazione fu 5 anni fa.
In mano stringeva il suo biglietto con la sua destinazione.
Lo sentì ridere e più annoiata che rilassata si voltò. Da dietro gli occhiali da sole, guardò quella voce.
Stessa banchina, binario differente.
Il suo treno va a nord, l'altro a sud.
"Avvisiamo la gentile clientela che il treno subirà dei ritardi e delle deviazioni di percorso. Ci scusiamo per il disagio arrecato"
Non prese il suo treno e il biglietto finì spiegazzato nella tasca dei jeans.
Non prese nemmeno quello successivo.
Pensò anche di buttare il suo biglietto e di prendere l'aereo.
Ma l'ultima chiamata arrivò...
"Avvisiamo la gentile clientela che questa è l'ultima corsa prevista. Siete pregati di affrettarvi"
Ripensò al suo biglietto, alla sua vita e a quello che aveva. Salì su quel treno cercando di non girarsi indietro.

In un altro tempo, in un altro spazio, si ritrovò nuovamente in quella stazione.
In mano...nulla.
Nè biglietti, nè bagagli.
Corre verso quella stessa banchina e verso quel binario.
E lui è nuovamente li.
"Gentile cliente avvisiamo che a causa di domande non poste e risposte non date, questo treno verrà soppresso. Siete pregati di utilizzare altri mezzi. Ci scusiamo per il disagio"
Se non si fosse girata, forse ci sarebbe riuscita. Se non si fosse voltata a guardare per l'ultima volta quegli occhi, forse non ci avrebbe più pensato. Se non avesse tardato quell'ultimo istante, se non avesse dato quel bacio...
Forse se non avesse fatto tutto ciò, due anni dopo non si sarebbe ritrovata nuovamente in quella stazione.
Ancora quella banchina e quel binario.
Un nuovo biglietto in una mano, e una vecchia speranza nell'altra.
Le basta alzare lo sguardo per vederlo.
Lui è lì. Con il bavero della giacca alzato, una sciarpa nera avvolta al collo e quelle sue splendide mani, che stringono un biglietto.

"... non avrebbe saputo dire come erano precipitate le cose, se era stata lei ad essersi avvicinata o fosse stato lui a fare il primo passo. Ma forse la verità era che si erano incontrati nel mezzo, senza dirsi una parola di più e guardandosi solo un attimo prima di baciarsi. O probabilmente neanche c’era stato quell’attimo, non lo sapeva con precisione e neanche gli interessava scoprirlo."

Intanto entrambi i treni sono partiti e loro non siamo saliti...


Foto: Torino stazione di Porta Nuova

Di limoni e sorrisi



Mi sono alzata presto e fuori pioveva. E ti pareva.
Abbottono il giaccone che tanto amo e annodo la sciarpa tricottata, che mi ha regalato mia mamma l'anno scorso.
Prima di uscire, un ultima spruzzata di Eau Des Merveilles. Adoro quel profumo, uso sempre quello, da anni. L'ultimo flacone che mi è stato regalato, è addirittura un'edizione limitata.
Bello, turchese con un meraviglioso Pegaso pronto ad andare chissà dove.
Mi volto, sento ancora il mio profumo, prendo le chiavi della macchina e vado via.
La mia giornata sarà indimenticabile, lo so già.
E' sempre così quando inizia in certi modi.
Quando, ancora assonnata, mi butto sotto la schiuma calda e profumata della doccia. Quando indosso le cose preparate già dalla sera precedente, quando mi metto il mio profumo, quel profumo in edizione limitata...
Lo stereo della macchina è ovviamente acceso.
Mi piace la musica in auto, a casa, in piscina, in palestra, in ufficio. Mi piace ovunque e non potrei farne a meno.
La strada e ancora scorrevole...d'altronde sono solo le 8:00 di un giorno, per molti ancora di festa.
Arrivo in anticipo. Perfetto, ho giusto il tempo per uno schiumoso cappuccino con tanto di cacao sopra.
Una libidine assoluta.
Con il cucchiaino mi gusto la schiuma, la parte più buona, quella per cui vale la pena farsi fare un cappuccio.
A Torino, nel mio bar preferito, lo sapevano e mi facevano una schiuma altra tre dita...qui non è male..certo non è il MIO cappuccino, ma non mi lamento.
Mi giro e vedo quel bel sorriso.
Lo sapevo...la giornata è per forza favolosa.
Ho anche avuto un magnifico sorriso, delle splendide mani, la possibilità di vedere un bell'horror (Halloween di Carpenter).
E ho avuto anche dei magnifici limoni.
Erano ancora bagnati di pioggia quando le sue mani li raccoglievano.
Oggi volevo risentire l'odore di quei limoni. Volevo crogiolarmi nel ricordo di giornate come quelle di ieri e ne volevo il profumo.
Adoro l'odore delle cose, come adoro i particolari.

La casa ha l'inebriante profumo agrumato e il gusto morbidissimo di questa torta, semplice e fatta apposta per esaltare i limoni.

La ricetta di questa torta di ricotta e limoni, l'ho trovata sul "cavoletto di Bruxelles"


Ingredienti:
-300 g. di farina
-300 g. di zucchero
-300 g. di ricotta di pecora freschissima (io ho usato la vaccina)
-3 uova
-1 limone
-1 bustina di lievito per dolci
-zucchero a velo per spolverare


Con una forchetta, lavorare la ricotta e lo zucchero in modo da ottenere una crema. Aggiungere i tuorli (tenere gli albumi da parte), la buccia grattugiata del limone (eventualmente anche il suo succo), poi la farina e il lievito. Montare gli albumi a neve e incorporare anche quelli. Versare il tutto in una teglia a cerniera di 22cm (o in uno stampo da plum cake, o in ciò che vi piace), e infornare per circa 40 minuti a 180°C finché la torta sia dorata e che, infilandoci uno stecchino, esca asciutto. Se vi piace, quando sarà fredda, spolveratela con un po’ di zucchero a velo.

PS. Nel mio caso lo stampo da plum cake non è adatto; infatti è troppo piccolo e una minima quantità di impasto è strabordato fuori durante la cottura.

Note: è importante usare della ricotta freschissima, se per qualche motivo la fate con la ricotta confezionata pensate ad aggiungere all’impasto anche il succo del limone di cui avrete grattugiato la buccia (sennò viene troppo asciutta)



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