mercoledì 10 novembre 2010
Il taxi
Un punto è stato messo.
Ho un lavoro. Anzi no, non è corretto dire "ho un lavoro", perché quello non mi è mai manato. Mi è mancato lo stipendio, come quando ho lavorato per un agenzia della Vodafone, mi è mancato un contratto come quando ho lavorato per la società di eventi...ma il lavoro non mi è mai mancato.
Quindi...ho un contratto.
Un contratto a tempo ideterminato come assistente alla poltrona.
Un ritorno alle origini; il mio primo lavoro uscita da scuola.
Leggendo un post di Mr.Henri mi è venuto da porgermi la sua stessa domanda.
Che ho concluso in questo anno? Un tubo (A parte poter inserire tremila voci sotto la scritta "le tue esperienze lavorative".... ovviamente).
Sono sempre più convinta che il treno della tua vita passi una volta sola.
Forse viene annunciato una seconda, ma è praticamente impossibile che passi una terza.
Il primo l'ho mancato alla grande. Il secondo ero al binario giusto nel momento giusto, ma ero lì da sola. Stazione vuota. Io e una sola cazzutissima valigia.
E il mio compagno di viaggio che fine aveva fatto? Forse non ha sentito la sveglia. Forse ha pensato che se non prendeva quel treno ne sarebbe passato un altro. Come succede con l'Eurostar.
Si è talmente abituato a salire su quei cazzo di treni che pensa che tutti siano così.
Eh no. Quello non ha la frequenza di un Eurostar.
Quello passa una volta ogni cento anni.
Sei lì, che aspetti e intanto senti l'annuncio controllando l'ora sperando di vedere una figura trafelata che entra correndo dalla porta centrale.
Poi ti rendi conto che il treno è arrivato, il capo macchina fa l'ultimo fischio e tu ti guardi ancora intorno continuando a sperare...lentamente le porte si chiudono, ti cedono le mani, le tue valigie cadono e tu con loro.
Passano le ore e lentamente ti ricomponi. Respiri profondamente, socchiudi gli occhi ed esci dalla stazione pronto a riprendere il taxi che ti ha portato fino a lì.
Io mi sono ricomposta e sono uscita. Vedo il mio taxi.
Non mi resta che salire e andare via.
Foto: L'autunno nel giardino di Odeline
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5 commenti:
Sono felice per te Odeline.
Concordo con te, difficilmente il treno della propria vita ripassa una seconda volta, peccato che spesso quando passa non ci rendiamo conto che è un'opportunità che non si ripresenterà di nuovo!
p.s. però hai un lavoro...anzi un contratto e di questi tempi è già tanto
ok. hai un contratto e va bene, molto bene. cosa hai concluso in questo anno? un tubo? no, un tubo proprio no. perchè? perchè se tu non fossi andata avanti passo a passo, anche passettino per passettino, non saresti qui con un contratto e soprattutto: non saresti qui. non ti saresti "ricomposta" e pronta per prendere il tuo taxi. capito?
meglio di tutto il post è quel taxi e tu che ci sali su. non è da tutti cara Odeline.
ps. la foto è da invidia! sana e bellissima invidia! e spero di vederne ancora di foto come queste! grazie nèèè????
il mio abbraccio più affettuoso
Ale
Contratto a tempo indeterminato, mi sembra un ottimo inizio per cambiare le cose.
A me è bastato perderne uno di treno per capire che il prossimo non ci sarà, mi sono spostato su un binario morto per evitare di prendere quello sbagliato come si fa quando si va di fretta, forse un giorno ci sarà una persona che mi ricondurrà su quello giusto, per ora continuo a sognare, quando posso.
notte cara Odeline
Io penso che questa storia del treno che passa e non torna sia un cagata! Non dovremmo salire sui treni, ma su noi stessi.
Il resto sono schemi che ci imprigionano.
Sei felice? Ascolta la tua anima che ti parla.
Un abbraccio,
Evita
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