lunedì 11 luglio 2011

L'odore della notte


Ultimamente la notte mi ritrovo a guidare per le strade semi deserte della città. Gli altri tornano da cene e feste o si spostano da un locale trendy all'altro. Io torno dal lavoro.
Finestrino abbassato, capelli sempre più scompigliati e nelle narici l'odore della notte.
Di notte tutto assume un altro odore.
Il Lungotevere ha l'odore melmoso dell'acqua e dolciastro di piante fiorite e la Flaminia odora di pini marittimi.
Anche questa serata ha un odore uguale e diverso al contempo.
Odora di erba calda, di rosmarino, di bucato appena steso e di umidità. Odora di caos.
Mi piace il buio, mi piace la notte e mi piace il suo odore.
Le cose devono avere un loro odore. Un odore unico che potresti riconoscere fra altri mille.
L'odore della pelle calda, l'odore del mare. L'odore di una stanza in penombra.

Guardo il cielo stellato e cerco l'Orsa Maggiore con le sue stelle puntatrici. Si dice che seguendo loro prima o poi raggiungi la stella polare.
Resto per un attimo senza pensieri e poi ricordo di mattine al lago e di cornetti mangiati annusando odore di crema solare al cocco.
Torno al cielo, all'odore della notte e alla mia stella polare che continuo a cercare e che non riesco a vedere.

Foto: tramonto romano

lunedì 16 maggio 2011

Le donne della mia vita


Penso spesso a loro, alle donne della mia vita.
Mi rendo conto che gli uomini hanno sempre avuto il peso che io gli ho dato.
Sono stati amici, amanti appassionati, compagni, ombre passeggere. Sono stati tutto e niente. Hanno mutato forma, consistenza e spessore, in base al mio umore e ai miei capricci.
Le donne no. Loro sono loro e basta.
Sono donne che ramificano sentimenti e sorrisi anche quando intorno c'è solo tempesta.
Espandono la loro magia tenacemente.
Sono mia mamma, che quando vuole allunga le mani e sa che, a metà strada, troverà altre mani... le mie. Sempre e comunque.
Sono donne, che sono uomini.
Sono pilastri saldi e forti, sono fiumi che percorrono un letto adattandosi ad ogni irregolarità senza trovare mai la loro foce.
Sono donne che sanno vedere la tristezza della vita e se ne fanno carico.
Sono donne come mia nonna che quando mi guarda sembra che veda il sole.
Sono donne che percorrono strade, che contano ponti, che se ne rammaricano ma che trovano il sole altrove.
Sono donne come Cristina che con i loro abbracci impastano brioche di dolcezza infinita.
Sono donne come Valeria, che pensano che da quando sono partita, la loro vita sia peggiorata.
Sono donne che non si vergognano di scrivere "amica mia, mi manchi" su una bacheca pubblica.
Sono donne che che sono femmine.
Sono donne come Chiara che "perché io valgo" e di questo convince il mondo intero.

Ma d'altronde che cosa ci si poteva aspettare dalle donne.
Dopotutto Eva ha preso la mela per sete di conoscenza, per ardore nell'espandere se stessa. Adamo l'ha fatto perché lei glielo ha chiesto...


Foto: fiori di biancospino

venerdì 13 maggio 2011

Uno sguardo dentro


E' notte fonda, l'aria è tiepida e profumata. Profumo di donna su un corpo di uomo.
Il respiro è calmo e lento, dorme profondamente ed io lo guardo nella penombra. Alto, magro, belle mani. Ovviamente.
Ripenso al e come e quando l'ho conosciuto. A quanto fosse improbabile questo incontro a quanto tempo è passato.
Ripenso alle chiavi di casa, alla maglietta che indosso, alle lenzuola in cui dormo. Straniere, fresche di bucato e scomposte.
Mi guardo per un attimo. Mi guardo dentro. Ciò che vedo è starordinariamente nuovo.
Nuovo come il profumo, come il suo respiro.
Un respiro che domani non ricorderò nemmeno più.

Foto: Ginko biloba piantato da Napoleone a S. Sebastiano da Po (To)

sabato 30 aprile 2011

Prenditela morbida...

Fuori piove, fa freddo ed io me la prendo morbida.
Morbida come il tiramisù all'amaretto che mi sono fatta giusto per golosità, morbida come un abbraccio che ti fa mancare il fiato.
Me la sono presa morbida e mi è piaciuto come ogni volta.
In fondo la vita è anche questo.
Morbida e senza pensieri.

Foto: risaia allagata al tramonto

martedì 19 aprile 2011

Le persone tornano sempre quando ti sei abituata alla loro assenza...


"Chi non ha avuto un cane non sa cosa significhi essere amato". (Schopenhauer)

mercoledì 23 marzo 2011

Stravissuta, straviziata...


Il sole tiepido, il profumo salmastro del mare e il tempo che scorre lento e vizioso.
Non c'è fretta nei miei pensieri troppo assopiti per bussare.
Intorno, solo il cadenzato rumore delle onde.
Teo si accuccia accanto a me, lecca la mano che morbida lo accarezza e torno a chiedermi se mai troverò un amore che possa eguagliare il suo. Non dura più di un soffio di vento. La brezza si alza e porta via tutto.
Una splendida giornata, straviziata, stravissuta...

Foto: Teo e Odeline in spiaggia ad OStia (23 marzo 2011)

lunedì 21 marzo 2011

Auf widersehen


Mi affaccio dal ponte e la vedo allontanarsi.
E' grigia, in un acqua grigia come il cielo.
Non c'è colore. Non c'è rumore. Non c'è nulla.
Solo quella barca che lenta scivola via.
Vedo i miei sogni, i miei sorrisi le mie speranze allontanarsi con lei.
Quasi non ci faccio caso, si confondono in quel non colore, nella leggera foschia, nell'acqua fredda.
Quasi non fa male.

" Ti posso rubare ancora un minuto?"
"Mi dispiace...mi hai già rubato gli ultimi diciotto mesi..."


Foto: Berlino marzo 2011 (colori originali)

domenica 13 marzo 2011

Un nuovo profumo, un vecchio parquet

Sono tornata da Berlino pochi giorni fa.
Ad attendermi un nuovo profumo e un vecchio parquet.
Le dita dei piedi scrocchiano ad ogni passo, lui mi guarda e sorride come tutte le altre volte.
Scuote leggermente la testa e mi sembra che i suoi capelli siano più lunghi.
Mi accoccolo al caldo delle sue coperte e delle sue mani.
Restiamo lì, nel silenzio della camera, nel silenzio del pomeriggio.
Il profumo si fa sentire dolce, avvolgente e sensuale sul mio collo.
E' buono, diverso dal mio solito, ma buono.
Tra poco sarà anche sul suo cuscino.
Lo sentirà questa notte, quando andrà a dormire? Gli farà sognare di me e i miei occhi?
Fuori dalla finestra vedo il crepuscolo arrivare. Penso a come sarebbe essere sul terrazzo della sua casa in questo momento. Da lì il tramonto cittadino è sempre splendido.
Si volta mi guarda e sussurra qualcosa che sento appena.
Si alza un po' di più, mi fissa come solo lui sa fare e ho già dimenticato ciò che gli ho risposto.
Mi stringo a lui e lo sento sospirare.
"Non puoi andartene, cercherei te in qualsiasi altra donna".
E' come un bel tramonto triste, caldo e malinconico. Lo guardo e mi rendo conto che è come morire un po'.
Dopo tutto ogni tramonto ha la sua alba e la mia è appena arriva.

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