lunedì 26 ottobre 2009

Una domenica di ozio

Ho aperto gli occhi ed erano le 9:00.Ho grugnito.
Avrei voluto stare ancora un po' sotto le coperte, ma odio alzarmi tardi. Quando mi alzo tardi ho sempre l'impressione di buttare via la giornata.
Poi ho avuto una folgorazione...è cambiata l'ora!
Improvvisamente ho scoperto di avere un'ora in più.
Improvvisamente potevo raggomitolarmi sotto la trapunta, riaddormentarmi, ricominciare a sognare, alzarmi con calma, fare colazione , preparare un dolce, oziare sul divano, guardarmi un film horror, farmi la manicure e probabilmente anche partire per esplorare il mondo...tutto grazie a questa magnifica ora in più.

Una sola misera ora in più e mi è parso di avere il Tempo nelle mie mani, ai miei comandi e a mia disposizione. A parte il giro esplorativo della terra , ho fatto tutto.
Ho fatto una crostata con marmellata di visciole (che ancora non ho ben capito se sono amarene o cosa diamine sono), ho visto un film horror (per gli appassionati, il film in questione era Orphan) mentre sistemavo le mie meravigliose unghie lunghe e, come se non bastasse, sono riuscita ad incastrare anche un giretto al mercatino dell'antiquariato di Campagnano.
Insomma un domenica di ozio e di tempo. Tempo che non è mai abbastanza e che cerco sempre disperatamente.

giovedì 22 ottobre 2009

Piove


Mi sono svegliata con il suo ticchettio sul tetto.
Ancor prima che suonasse la sveglia, l'ho sentita con il suo cantilenare sul tetto e sul giardino.
Quell'idea di freddo e umido, per me diventa una sensazione di avvolgente serenità.
Amo l'acqua e amo la pioggia. Mi piace uscire fuori in giardino, un po' infreddolita, alzare il naso e odorare.
Odorare quel profumo di terra umida, di erba bagnata e di foglie autunnali.

Vi è mai capitato di essere in un bosco mentre piove? Si sente il rumore, si sente l'odore e solo dopo molto, si sente l'acqua. Ha un non so che di fiabesco.
L'odore di selvatico e di ferino ti entra nelle narici e sembra quasi bruciarle. L'odore di muschio e di fango arriva un attimo dopo facendoti sentire altrove, in un luogo diverso, sconosciuto e inesplorato.Poi giunge quel profumo caldo e dolciastro di funghi e castagne.
Per un attimo si ha sensazione di trovarsi in una situazione di ancestrale naturalità. Come se l'uomo fosse destinato a quei luoghi e non alle cementiche città. Se si chiudono gli occhi e si ascolta la natura, sembra quasi di sentire gli alberi e gli animali parlare.
I sensi tramortiti dal rumore, dalla luce e dagli odori della città sembrano nascere a nuova vita. Le gocce che si appoggiano al viso sono fredde e vive; scorrono lungo la fronte e le guance arrossate per scomparire nel collo della giacca, lasciando una scia di brividi e pelle d'oca.

Per un secondo, che per me ha il tempo di un secolo, resto lì, immobile con il naso verso il cielo, gli occhi chiusi, gli odori addosso e la pioggia che cade.
Sono anni che non sento la pioggia nei boschi; mi accontento di sentirla in giardino, mi accontento di ascoltarla mentre cerca di raccontarmi come mi piaceva conversare con lei in mezzo al bosco.
Ed è per questo che ogni tanto il vento la accompagna portandomi quei vecchi profumi e quei malinconici ricordi.

Dio quanto mi mancava la pioggia.

venerdì 16 ottobre 2009

Perchè l'uomo non deriva solo dalle scimmie...


Devo ammettere che la palestra è un ambiente decisamente interessante.
L'ho sempre sottovalutato, ma mi rendo conto che è uno dei mezzi più semplici ed immediati per lo studio sull'evoluzione della specie.
Si sà, noi deriviamo dagli animali.
C'è chi deriva dalle scimmie, chi dalle megattere (la sottoscritta), chi dai gatti e chi, come in questo caso, dai cani.

Ieri sera arrivo tutta trafelata per la mia lezione di fit boxe, e per non perdere tempo a cercare un posteggio che non avrei comunque trovato (il parcheggio della palestra è si e no grande quanto il mio pianerottolo.. che vi assicuro essere microscopico), decido di infilarmi in uno dei parcheggi sulla strada.
Vedo un posticino,mi ci fiondo, notando subito che la macchina alla mia sinistra prendeva non solo in suo parcheggio, ma anche parte del mio (manco avesse un autobus...). Va beh non potevo perdere altro tempo. Incastro il mio bagarozzo e tento di scendere.
Mi muovo tipo contorsionista e cerco di sgusciare fuori dall'angusto spazio rimastomi a disposizione, tra la mai portiera e la fiancata della Golf stronza. Tra un'imprecazione e l'altra la noto..la stronza propietaria, della stronza macchina, si stava acchittando allo specchietto retrovisore facendo molta attenzione ai miei movimenti ...fosse mai che le sfiorassi la fiancata...
Punto 1) invece di stare in ansia per la tua fiancata, perché non la pianti di truccarti e non parcheggi decentemente visto che il posto non ti manca?
Punto 2) levati pure quell'espressione contrariata della serie "per controllare questa scema, ho sbavato il mascara".

Va beh lasciamo perdere..se dovessi perdere tempo con tutti gli idioti che incontro per la strada sarei già vecchia, e poi la lezione si avvicina e posso sempre dare la sua faccia al mio sacco da fit boxe.
Arrivo agli spogliatoi , infilo i miei banali pantaloncini, la mia polo di 4 taglie in più, raccolgo i capelli alla bene meglio e comincio ad arrotolare quelle chilometriche fasce alle mani. Nel frattempo origlio i discorsi negli spogliatoi (potrei dire che non lo voglio fare..che è un caso..che trovandomi lì è inevitabile..ma invece NO...ascolto proprio quello che dicono le altre persone; in fondo non è che arrotolando le fascette abbia di meglio a cui pensare).
Un branco di adolescenti con gli ormoni non ancora domati:
-"hai visto che pezzo di figo l'istruttore della sala pesi?"
-"siiiii, ommiodddio, è da sturbo!"
sturbo??? oh gesù quanto son vecchia..da dove esce sta parola??
-ah si, si, io me lo farei in tutte le posizioni-
weh ciccia ma se avrai si e no 15 anni, datti una regolata sù...
-"Sì sì è davvero troppo bono. Ma secondo voi ha la donna?"
-"Non saprei..certo fosse single...anche solo per una strusciata"
una strusciata?? chissà che significato ha una strusciata in questo nuovo mondo adolescenziale?!intenderà una pomiciata??

Distrattamente alzo lo sguardo e vedo seduta poco distante a me la stronza, della stronza Golf.
Uh signur ma allora viene in palestra. Doppio "uh signur"... ma allora si stava acchittando per venire qui?!?
Laguardo meglio. Sarà pure stronza, ma è figa. Niente da dire. Fisico perfetto, viso che ricorda la versione in saldo di Julia Roberts. Insomma una gran bella ragazza.
Poi vado oltre e noto che anche lei aveva le orecchie tese, ad ascoltare i discorsi delle ragazzine infoiate.
Nel frattempo, per me è arrivata l'ora di andare alla mia lezione di fit boxe.
Arrivo davanti alla porta e mentre aspetto che l'insegnate arrivi, mi godo la scena più bella di tutta la serata.
La nostra Julia in saldo, esce seguita dal branco di ragazzine e tutte quante si sparpagliano nella sala pesi.
Julia in saldo sale sullo step (il macchinario, non il classico gradino), si sistema "appecorata" (neologismo coniato dal mio collega per indicare quelle posizioni del tutto femminili in cui la prima cosa che vedi è il culo) e comincia a fare i suoi esercizi.
Arriva l'istruttore- tripi (tricipite)- gran figo-mi ti struscio e senti un sospiro generale.
Se avessi guardato meglio, probabilemnte, avrei visto anche gli ormoni uscire insieme all'alito.
Julia in saldo sorride, lo guarda e gli fa cenno di avvicinarsi.
L'istruttore- tripi- gran figo-su quegli addominali potrei grattugiare il parmigiano- si avvicina a lei con aria maschiale .
A quel punto è stato chiaro che, se io derivo dalle megattere, Julia in saldo deriva dai cani.
Accompagnata dalle espressioni avvilite e disperate del ormo-branco, si bacia appassionatamente l'istruttore-tripi- gran figo-pure con la lingua ti alzo i pesi- marcando ben bene il territorio.
Ha fatto pipì sul suo angolo di muro. Ha dimostrato chiaramente che quell'osso era suo e alle cagnette deluse, non rimaneva che guardarlo da lontano sognando di strusci in tremila posizioni.

Ho sogghignato per tutta l'ora seguente ripensando a quella scena.
E poi non dite che la palestra è un posto poco stimolante.




lunedì 12 ottobre 2009

Perchè amo il tramonto, con i suoi colori caldi e tristi

Roma, passeggiata sul lungo mare di Ostia



Roma, dal terrazzo di casa



Aramengo, dal balcone della camera



Aramengo, il cigliegio difronte al salone


Aramengo, dal balcone


Dal mio Flickr

mercoledì 7 ottobre 2009

Come le Madeleine di Poust




Spesso la mia vita è un arruffarsi di ricordi, di odori, di profumi, di ricette, di sapori, di acqua e di persone.
Amo i ricordi, amo ricordare e amo la maliconia con quel suo sapore agrodolce.
E spesso, proprio come racconta Proust ( nell'opera "alla ricerca del tempo perduto" il narratore mangia una Madeleine, un dolce tipico francese, e questa gli risveglia ricordi legati a momenti della sua infanzia), certi gusti e certi odori riportano alla mente momenti passati.

L'ultima volta è capitato con i famosi biscotti scozzesi, i burrosissimi Walkers.
Non mangiavo quei biscotti da una vita; poi un collega li ha portati in ufficio.
Il profumo, la consistenza, la friabilità, il gusto..tutto di quei biscotti mi fece ricordare una parentesi della mia vita.

Ricordo che la prima volta che li assagiai fu insieme ad un ragazzo.
Eravamo su un autobus e parlavamo di cibi libidinosi mentre le sue bellissime mani , cercavano le mie. Parlavamo di dolci, di cioccolata e di biscotti e ricordo anche il modo che aveva di guardarmi.
Mi guardava così tanto intensamente, sorridendo appena, che a fatica riuscivo a mantenere uno stato di apparente calma.
Aveva uno sguardo dolce, timido e sfrontato allo stesso tempo.
Non ho mai capito se fosse dovuto al fatto che ero di qualche anno più grande e vedeva in me il fascino della conquista e del proibito, o se fosse semplicemente perché gli piacevo; fatto stà che pochi altri mi hanno guardata in quel modo.
Ad un certo punto nominò questi biscotti. Ammisi di non conoscerli, di non averli mai assaggiati.
Gli si illuminarono gli occhi. Aveva trovato un qualcosa che lui poteva farmi provare. Aveva trovato un qualcosa che gli averebbe permesso di farsi ricordare. Aveva scoperto che poteva iniziarmi a un gusto nuovo, ad una nuova esperienza.
All'improvviso quei biscotti non erano più solo biscotti, ma erano un ricordo, un'occasione, un bacio, una carezza, un sapore.
Tre fermate dopo saltammo giù da quell'autobus, diretti verso un famoso negozio di dolciumi.
Uscimmo con i nostri pacchi di biscotti, ridendo e non pensando ad altro.
Ricordo il gusto di qui biscotti sulle sue labbra, quando aveva sfidato, le convenzioni, la timidezza e la paura.
Un bacio che sapeva di burro.
Un bacio dolce, al sapore di biscotti.

Ma voi come la fate???

Quest'anno dopo una vita passata in piscina, ho deciso di tornare temporaneamente (e sottolineo il temporaneamente) all'asciutto.
Troppi raffreddori e troppi pochi stimoli, mi costringono a prendermi un periodo di pausa.
Ma, dato che ferma non riesco a stare, ho deciso di dedicarmi a qualche altra attività.
La palestra devo dire che offre tanti corsi interessanti e ho deciso di provarne due.
Lo spinning il martedì sera e la fit boxe il giovedì (sempre di sera).

Ieri ,dopo un mese che mi implorano di ricordarmi, mi decido a prendere un'ora di permesso per andare a farmi 'sto benedetto certificato di sana e robusta costituzione (sul robusta mica c'è bisogno del certificato , si vede benissimo anche così' eh).
Uscendo prima dall'ufficio, mi ritrovo ad arrivare prima in palestra .
Nessun problema-penso- mi aggrego al corso che si svolge l'ora precedente, rispetto a quello che frequento io e...santiddio c'è un altro istruttore. Pazienza.

Cominciamo già male a partire dalla musica.
Un tribal-unz-unz (sono troppo vecchia per sapere il nome di questo genere musicale) sparata a tutto volume, accompagna le urla di questo schiavista infoiato.
-"forza salite!!! non sentite la stanchezza, non sentite il dolore. Forza!!!! il dolore avvicina a se stessi. La stanchezza vi rende forti..dei guerrieri!!!!!" (al massimo delle guerriere o delle amazzoni, o valchirie; siamo tutte donne.. usa degli aggettivi femminili. Ma sorvoliamo...)
Cazzate del genere hanno accompagnato i primi 10 minuti di lezione.
Poi la mia attenzione si sposta inevitabilemente alla sua figura sudata marcia che grondava acqua, manco fosse caduto in mare...ma io dico ma un asciugamano per asciugare il sudore no?!!
Eh va beh ..finché ti liquefi nel tuo metro quadrato va ancora bene. Ma no..lui no. Lui doveva scuotere la testa a destra e manca per accompagnare quella cavolo di musica tribale fatta di bonghi...(e per citare Elio "piantala con 'sti bonghi, non siamo mica in Africa...").
Alla faccia di chi si raccomanda di starnutire nel fazzoletto per non tramettere la famosa suina.
Ma il meglio è arrivato verso la fine, quando una delle sue musiche parte con uno scroscio d'acqua.
Tra la fatica, il disgusto e , a questo punto, lo sgomento generale esordisce con:
"ma voi donne come la fate?"
O__O
...
O__o
...
-__-

Ohmioddiooo, ma questo da dove esce???

-No dico davvero..voi quando urinate, centrate il buco? o andate a destra e sinistra? noi uomini vediamo il buco e possiamo indirizzarla...ma voi come fate? da che parte vi tira? Spiegatemi sta cosa, perché me la sono sempre chiesto. Come fate voi donne a farla andare dritta?"

Ok, mi alzo e me ne vado.
Ed ecco che già mi manca la mia piscina.

lunedì 5 ottobre 2009

Una scaccia, un arrosto e una pancakes salato!


Vi avevo avvisato che sarei tornata e l'avrei fatto alla grande.Così è stato!
Periodo di spadellamenti e periodo di grande ripresa...pratica ed emotiva.


Quello che vi propongo è un intero pranzo, dall'antipasto, al secondo (per questa volta escludiamo il dessert, visto che vi ho proposto una torta solo ieri).
Ma andiamo con ordine.


Come antipasto ho preparato una Scaccia, ovvero una focaccia sicula, alle cipolle rosse di tropea. Ricetta facile facile, che si prepara in una mezz' oretta scarsa, grazie alle praticissime paste per pizza solo da farcire.


Scaccia alle cipolle di tropea e wurstel



Ingredienti

-2 rotoli di pasta per pizza fresca
-6/7 cipolle rosse di tropea
- olive nere denocciolate a piacere
-2 wurstel grossi

Pulire e lavare le cipolle; tagliarle a rondelle sottili e farle appassire in una padella anti aderente con un filo d'olio EVO.
Salare e pepare.
Stendere uno dei due rotoli di pasta per pizza su una teglia, bucherellare il fondo e metterci le cipolle, le olive e i wurstel tagliati a pezzetti.
Ricoprire con il secondo rotolo di pasta per pizza e chiudere bene i bordi in modo da formare una sorta di grosso calzone. Irrorare la superficie con un filo di olio.
Infornare come da tempi e temperatura, suggeriti dalla confezione della pasta per pizza (generalmente a 200°) fino a quando non vedrete la superficie dorasi.
Servire calda.


Pancake salati alle zucchine

Un primo insolito che potrebbe anche funzionare da antipasto.
Soffici frittatine spumose e alte, dal profumo di menta che vi sorprenderanno.



















Ingredienti



-4 zucchine piccole
-2 uova intere
-200 ml di latte
-1 albume
-120g di farina
-1 cucchiaio di olio evo
-2/3 foglioline di menta (in mancanza della menta anche il basilico va bene)
-sale pepe q.b.

Mettere la farina in una ciotola e, senza smettere di mescolare, unite le due uova sbattute. Versare progressivamente il latte mescolando finché la pastella è ben liscia.
Lasciare riposare in frigo 1 ora.
Pulite le zucchine e grattuggiatele. Rosolatele per 5 minuti a fuoco medio in una padella con un filo di olio evo.
Lasciatele raffreddare ed unitele alla pastella. Salate, pepate e mettete la menta tagliata sottile
( o il basilico).
All'ultimo minuto, montate l'albume a neve molto ferma con un pizzico di sale e poi incorporatelo delicatamente alla preparazione.
Versare il contenuto di un mestolo in una padella piccola e anti aderente unta di olio.
Man mano che i pancake sono pronti metteteli su un piatto e teneteli in caldo fino al momento di servire.

E per ultimo ...un arrosto alle mele (ricetta di "cucina moderna" riveduta e corretta).


















Le mele anche se possono sembrare
una scelta azzardata vi garantisco che saranno una piacevole scoperta.
Dal sapore delicato e dal profumo inaspettato, un secondo che conquisterà anche i palati più scettici.

Arrosto alle mele

Ingredienti
-800g. di lonza di maiale
-4 mele golden grandi
-olio evo
-rosmarino
-bacche di mirto
-sale e pepe q.b.



Spennellate la lonza con un po' d'olio, sistematela in una teglia e cuocetela a 250° per 15 minuti, girandola un paio di volte per farla colorire bene da ogni parte.
Lavate le mele tagliatele a spicchietti mettetele intorno alla carne. Aggiungete il rosmarino e il mirto; salate e pepate.
Coprite la teglia con un foglio di alluminio e proseguite la cottura a 180° per un'ora.
Servire la lonza a fette con gli spicchi di mela irrorando il tutto con il fondo di cottura.

In teoria con questo post sarei esentata dallo scrivere per i prossimi 20 gioni...ma non sarà così ve lo prometto!

sabato 3 ottobre 2009

Torta morbida di pesche e mandorle


Oggi è stato giorno di grandi pulizie. Ho deciso di riordinare tutte le mie riviste di cucina e già che c'ero ho dato una sbirciatina qua e là...
E' saltato fuori un vecchio numero di "Cucina Mod
erna" che proponeva una ricetta alquanto sfiziosa.
Una torta morbida di pesche e mandorle. Avevo anche la scusa per prepararla visto che veniva a cena il mio migliore amico...va beh diciamolo...il mio secondo fidanzato!

Il procedimento è semplice e il risultato è ottimo!
La marmellata che "sbuca all'improvviso" è una piacevole sorpresa e il profumo è come dire...inebriante!

Ma, c'è un ma...la cottura.

Allora la ricetta direbbe 55 minuti a me ne sono voluti decisamente di più, perché essendo una torta molto alta ci impiega parecchio a cuocere nel mezzo.
Quindi o utilizzate in una tortiera più larga (io direi un 26 cm. di diametro) o vi arrendete ad alzarvi ogni 10 minuti per controllare l'avanzamento della cottura.

Oltretutto ricordavo di aver letto questa ricetta anche su un altro blog; così sono andata a ricercarla e ho scoperto che anche Arietta ha avuto lo stesso identico problema con la cottura.


Ingredienti:


250 gr di farina autolievitante
250 gr di ricotta morbida
140 gr di burro
4 uova
200 gr di zucchero semolato
200 gr di mandorle in polvere
4 cucchiai di confettura di pesche
2/3 cucchiaini di zucchero di canna
3 pesche noci (di piccole dimensioni, altrimenti 2)
20 gr di mandorle a lamelle
sale

Procedimento

15-20 minuti prima di iniziare a preparare l'impasto, ammollate le mandorle a lamelle in una ciotola di acqua: in questo modo non bruceranno, rischiando di diventare scure e amare.
Fate fondere il burro in una casseruola su fiamma bassissima e lasciatelo intiepidire. Riunitelo in una ciotola con la ricotta, le uova, lo zucchero semolato e un pizzico di sale e mescolate con le fruste elettriche finchè l'impasto sarà omogeneo. Incorporate quindi le mandorle in polvere e la farina setacciata.
Incastrate un foglio di carta da forno nel fondo di uno stampo a cerniera del diametro di 22 cm (meglio utilizzarne uno più grande, da 24-26), quindi imburrate e infarinate i bordi. Versate metà dell'impasto nella teglia, livellatelo e stendete delicatamente la confettura solo al centro, aiutandovi con il dorso di un cucchiaio. A questo punto versatevi sopra la restante metà dell'impasto.
Lavate le pesche e asciugatele, tagliatele a metà, snocciolatele e riducete ogni pezzo in 4 spicchi. Disponeteli sull'impasto, affossandoli leggermente, in modo da ottenere un primo cerchio esterno e poi riempiendo lo spazio vuoto centrale.
Sgocciolate bene le mandorle a lamelle e cospargetevi la superficie della torta, spolverizzando infine con lo zucchero di canna.
Cuocete la torta nel forno caldo a 200° per 55 minuti. Verificate la cottura inserendo al centro uno stecchino di legno, che dovrà uscirne asciutto, poi lasciate riposare la torta per 5 minuti, sformatela su una gratella da pasticceria e lasciatela raffreddare completamente prima di servire.

Nota: questa ricetta si può anche fare con albicocche o prugne. In questo caso utilizzare per la farcitura la confettura del frutto scelto.

venerdì 2 ottobre 2009

L'ultima parola

Se c'era una cosa che urtava mia madre quando, da bambina, mi sgridava era la mia espressione.
Le labbra tendevano sempre assumere un inclinazione molto più vicina al ghigno, che al sorriso.
Anzi..erano il mio ghigno e la mia sfacciataggine.
Lei parlava ed io, con il mio mezzo ghigno, riuscivo ad avere sempre l'ultima parola.
Questa cosa la faceva infuriare.
Ho sempre amato avere l'ultima parola.
Oggi, a più di trent'anni suonati, è ancora così.
Il problema è che ora siamo in due, a pensarla in questo modo.
Siamo in due a volere sempre chiudere la discussione, con la soddisfazione di sentire che l'ultima parola ha il suono della propria voce.
E la cosa che mi manda in bestia (esattamente come capitava a mia madre) è rendermi conto che, sempre meno spesso, l'ultima parola spetta a me.
Tocca porre rimedio a questa défaillance...non è da me.
Dopo tutto se mi chiamavo "Alice ribelle" un motivo ci sarà pur stato no?!

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