lunedì 23 agosto 2010

Qualche estate fa...


Sono seduta su una panchina di cemento che affaccia sul giardino. Gli altri, tutti in casa a decidere che preparare per la cena.
Che palle.
Il crepuscolo sta piano piano scendendo, ed è bello. Il sole tiepido tramonta e l'aria fresca passa tra le foglie di un albicocco, portando l'odore pungente della campagna.
Guardo il sole tra le foglie dell'albero, guardo la campagna incolta oltre la recinzione.
Un'estate senza mare.
Ogni tanto la sera quando sono sul terrazzo di casa e tira un po' di vento si sente l'odore salmastro e per un attimo ti sembra quasi di essere vicino alla spiaggia.
Ricordo le estati passate.
Le ricordo bene.
Ricordo il mese trascorso proprio in questo mare ben sei anni fa. Ricordo conchiglie e acqua. Ricordo spiagge calde e partite a carte. Ricordo di essermi voltata a guardare chi mi aveva fatta sorridere distraendomi dalla mia lettura.
Il vento soffia ancora.

Ricordo Torino.
Avere tempo.
Avere tempo e fare i turisti in terra non del tutto straniera.
L'allegria della semplicità mentre scegliamo insieme i magnetini per il mio frigo.
La bellezza nello scattare foto e vederlo sorridere.
E il vento soffia ancora.

Ho bisogno dell'acqua. Sono lontana dall'acqua da troppo tempo. Ho bisogno del sale sulla pelle. Ho bisogno del mare alle sette di sera quando non c'è quasi più nessuno e il sole sta calando.
Sapeva di mare.
Quell'odore di sabbia, salsedine e crema dopo sole mi dava alla testa. Sono passati diversi giorni eppure ancora lo sento.

La stanza nella penombra calda ed afosa era come cristallizzata.
"cos'hai? "
"nulla"
"sei triste?"
E nel momento stesso in cui pronuncia quelle parole mi torna in mente " L'amante" di Marguerite Duras
"Un po' " gli rispondo.
Infinitamente avrei dovuto dire.

"...Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi...
Le aveva telefonato. Sono io. Lei l'aveva riconosciuto alla voce. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto, ciao, sono io.
...E poi sembrava non avere altro da dire. Ma poi glielo aveva detto. Le aveva detto che era come prima, che l'amava ancora, che non avrebbe potuto mai smettere di amarla, che l'avrebbe amata fino alla morte."


Foto: Campo di riso non ancora maturo. Vercelli

9 commenti:

Mr.Henri ha detto...

Ciao Odeline, mi fa piacere ritrovare un tuo scritto, posso dire sinceramente che mancava la tua presenza da queste parti, ritrovo nelle tue parole quella malinconia che solo tu sai descrivere così bene, parole alle quali non si può aggiungere altro e nelle quali mi ritrovo spesso.
Ben tornata
mr.henri

Gianna ha detto...

Ho gustato il tuo scritto che mi ha inebriata.

ale ha detto...

sono tornata :-) un paio di giorni prima ma eccomi! condivido con Mr. Henri la bellezza nel rileggerti qui :) ti abbraccio fortissimo... perchè credo che un abbraccio non faccia mai male!
Ale

Anonimo ha detto...

Leggerti mi ha ricordato la mia nostalgia di tante cose... l'acqua, la calma, le foto, il fare la turista placida... bello il tuo blog!

Alessandra ha detto...

un bacio fresco e affettuoso!
Ale

evita*°** ha detto...

Mi sono un po' persa nelle tue parole..Ho confuso i piani temporali e i luoghi. Bello!
Mi associo a Mr. Henri.
Scrivi ancora!

Mr.Henri ha detto...

Ciao Odeline, passo per un fugace saluto,

Ciaoooooo
(da leggere con la voce gi Gerri Calà)

mr.henri

Alessandra ha detto...

come Mr. Henri :) lascio qui un saluto e un abbraccio strepitoso! di quelli ....mmmmh ...che ti chiedi come hai fatto a starne senza fino ad ora! :D
scherzoooo! cmq ti penso!
Ale

Alessandra ha detto...

:*
Ale

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